Zingaretti: “Il Lazio Cambia”. La Gabanelli Dice di No.

Zingaretti ha ereditato un sistema sanitario allo sfascio e durante suo mandato, unendo i normali poteri da Presidente a quelli di Commissario straordinario, ha messo in ordine il comparto uscendo dal commissariamento. Perché non rieleggerlo e fargli continuare il suo lavoro?

Perché l’unica cosa vera di quanto scritto sopra è la prima frase. E’ vero che il sistema sanitario regionale del Lazio era allo sfascio per la gestione dissennata dei precedenti governatori al momento dell’insediamento di Zingaretti. Ma tutto il resto è totalmente falso.

La realtà è che la percentuale di denaro pubblico speso per rimborsi ai privati nel Lazio è il più alto tra tutte le regioni italiane (tranne la Lombardia), ad un livello  della media nazionale. Zingaretti non ha risolto alcun problema: continua a garantire il sistema di finanziamento ai privati che ha distrutto la sanità pubblica ed ha drasticamente diminuito i servizi al pubblico, e quindi non merita di essere rieletto.

La Finzione

Nei suoi anni da Presidente dello stesso partito al governo nazionale e come Commissario Straordinario per la sanità regionale Zingaretti ha avuto enormi poteri amministrativi e risorse finanziarie per affrontare la crisi. Ma in realtà  si è occupato della sua immagine senza affrontare, né tantomeno risolvere, le tante criticità del sistema. Sono solo due i reali cambiamenti della gestione PD rispetto ai predecessori. Primo, la rassicurante bonarietà da fratellone maggiore ha preso il posto degli impresentabili ghigni squadristi di Storace e Polverini. Secondo, il governo nazionale (sempre PD) ha concesso un fiume di denaro in prestito che ha gonfiato il già enorme debito della regione, nascondendo il disastro finanziario complessivo con una diminuzione del deficit sanitario (ma aumentando le spese per interessi della regione per gli anni a venire). Immagine e soluzioni tampone che nascondono la stessa realtà di inizio mandato che negli anni non ha potuto fare altro che deteriorarsi ulteriormente.

La Realtà

Per scoprire qual è la reale condizione della sanità laziale si possono consultare le centinaia di documenti e proposte prodotti dai consiglieri a 5 Stelle che nel corso del loro mandato hanno sistematicamente denunciato le reali condizioni del sistema e avanzato proposte realmente efficaci, come al solito ignorati dalla stampa. Il risultato è che, di fronte a spese sempre crescenti, si è osservato una continua diminuzione dei servizi disponibili ai cittadini, come la diminuzione dei posti letto, l’allungamento dei tempi di attesa per esami anche cruciali o la diminuzione del personale sanitario impiegato. Nel frattempo, mentre Zingaretti sbandiera la diminuzione del deficit sanitario (indicatore falsato dai contributi straordinari del governo), il Lazio è ancora commissariato e, addirittura, non è riuscito a far approvare il bilancio regionale dal Consiglio Regionale, obbligando all’esercizio provvisorio.

Le Prove, di Milena Gabanelli

Un riassunto sintetico della situazione è fornito da una delle pochissime voci indipendenti del panorama giornalistico italiano. In una delle sue inchieste per DataRoom Milena Gabanelli presenta alcuni dati della spesa sanitaria per le regioni italiane. La tesi del servizio è semplice: ci si chiede perché un servizio sanitario, ad esempio per esami standard, debba essere rimborsato ad un privato ad un costo maggiore di quello sostenuto da una struttura pubblica, i cui compiti sono molto più ampi e dispendiosi di un privato. Ad esempio, una risonanza magnetica serve sia a chi effettua un controllo preventivo programmato che ad un’urgenza del pronto soccorso. I privati si occupano solo del primo caso mentre un ospedale deve considerare anche il secondo con un aumento della complessità organizzativa e quindi dei costi. Sarebbe sensato che il sistema sanitario regionale mettesse in competizione i fornitori privati dirottando i pazienti che non è in grado di servire verso le strutture con costi minori. Anche senza interventi del genere il servizio conclude che, a livello nazionale, si potrebbero immediatamente risparmiare 2 miliardi di Euro dai rimborsi pubblici ai privati semplicemente aggiornando le tariffe dei rimborsi.

Il Lazio NON è Cambiato

Dal servizio della Gabanelli si possono ottenere informazioni molto interessanti per il Lazio. In primo luogo si nota che la regione è classificata come sesta dal basso per spesa sanitaria procapite, indicando l’incapacità della amministrazione di trovare le risorse per la sanità strutturalmente e non mediante aumento del debito. Ma il dato più rilevante è la percentuale di denaro del sistema sanitario nazionale (escludendo quindi le spese dirette dei cittadini) che viene dirottata alle aziende private convenzionate per incapacità del sistema pubblico di fornire i servizi richiesti.

Nel Lazio il 25% del denaro pubblico speso per la sanità finisce nelle tasche dei privati. Nel resto dell’Italia solo la Lombardia ha una percentuale maggiore di finanziamento pubblico ai privati, il 28%, mentre in tutte le altre regioni  questa percentuale è di gran lunga inferiore, in media circa la metà. La regione più virtuosa rispetto a questo indicatore è la Val D’Aosta che fornisce ai privati solo il 7% della spesa pubblica sanitaria. Addirittura regioni notoriamente disastrate, come la Sicilia, riescono a fare meglio del Lazio ricorrendo ai privati solo per il 21% della spesa.

Un governatore uscente si presenta alle elezioni in base ai risultati ottenuti. Zingaretti ha sparso essenza di rose su un enorme letamaio senza produrre alcun cambiamento sostanziale. E’ tempo che passi la mano a chi non deve rispettare gli equilibri del potere esistenti e che ha il coraggio di spezzare il sistema che ha distrutto il sistema sanitario regionale.

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