Così NON fan tutti

Madia ed il Fatto Quotidiano

Per chi non fosse informato, il Fatto Quotidiano ha scoperto che la tesi di dottorato della Madia conteneva una serie di irregolarità. Date le tradizionali posizioni di questa testata nei riguardi del partito in cui milita la Ministra, chi volesse informazioni sulla questione da una prospettiva opposta a quella del Fatto si può vedere il commento di Roberto Perotti, tra i cui incarichi figura anche l’essere stato consulente di Renzi.

A seguito del clamore sollevato dalle accuse del Fatto l’istituto presso sui la Madia ha conseguito il dottorato di ricerca ha commissionato un’inchiesta indipendente i cui risultati sono stati recentemente pubblicati. Nella sostanza i relatori dell’inchiesta hanno trovato fondamento a molte delle accuse rivolte dal Fatto contro la Madia, ma hanno anche commentato che “il settore disciplinare all’interno del quale la tesi si situa tollera comportamenti che altrove sarebbero definiti inaccettabili senza che questo costituisca un particolare problema”.

Dottorati di Economia

Questa vicenda mi tocca da vicino per almeno tre motivi. Sono un economista, quindi dello stesso settore della Madia, ma ho scritto tutta la mia tesi da solo su un tema originale su cui ho lavorato per molti anni (e citando esplicitamente tutte le fonti rilevanti). Inoltre, uno dei miei articoli è stato pubblicato sul Cambridge Journal of Economics, prestigiosa rivista che ha anche pubblicato come articolo un capitolo della resi, pratica di per se normale. La differenza è che l’articolo della Ministra risulta scritto da due autori, mentre nella tesi la Madia si limita a “ringraziare per l’aiuto” senza dare pieno credito alla collega. Infine, mi capita spesso sia di insegnare in corsi per dottorandi che di essere responsabile del loro lavoro, ed ho quindi ben presente l’importanza di indirizzare un giovane ricercatore a sviluppare una metodologia appropriata.

Oltre a quanto sopra, mi sento coinvolto in quanto ex consigliere CUN (organo di rappresentanza dei docenti universitari) e promotore della Marcia per la Scienza in Italia a favore della corretta applicazione dei risultati scientifici nella società. Per tutto questo credo sia importante affermare che il caso della tesi della Madia NON rappresenti lo standard della ricerca, sia in generale che in ambito economico, e che trovo inaccettabile sia quanto emerso nei riguardi della Ministra che quanto riportato dalla commissione di inchiesta.

Dottorato dell’Obbligo?

Avere il titolo di Dottore di Ricerca non è obbligatorio ma il segnale che si è svolto un certo tipo di lavoro e si è in grado di affrontare scientificamente certi argomenti. Vantarsi di essere un PhD senza aver svolto in modo appropriato il lavoro necessario è quindi una frode, sia per un economista che per ogni ricercatore in qualsiasi disciplina. E’ vero che il sistema accademico produce un’enorme pressione ad avere riconoscimenti formali del proprio lavoro, ma avallare scorciatoie allo scopo di ottenere i titoli senza aver svolto il lavoro necessario è una violazione inaccettabile delle norme etiche che danneggiano tutte le persone che onestamente hanno fatto il proprio dovere. L’unico risultato che può derivare da affermare che “così fan tutti” è contribuire al declino della qualità dei ricercatori italiani e della reputazione della scienza nella società. Non posso parlare al nome del mio settore ma posso assicurare che né io né le persone con cui lavoro hanno alcuna tolleranza per comportamenti inaccettabili.

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