Liberi e Grassi

L’ultimo messaggio della campagna elettorale è il più importante perché non c’è tempo di correggerlo ed è quello che gli elettori si portano in cabina, decisivo per convincere la grande massa di indecisi.

Il messaggio finale di Liberi e Uguali è: “A disposizione!”. Qualsiasi cosa succederà noi siamo pronti a dare il nostro appoggio a chiunque ci chiami per una poltroncina. Come nel Lazio per far cercare di battere Roberta Lombardi il partito elettorale creato per rifarsi una verginità dopo aver sostenuto ogni schifezza partorita dal PD di Renzi per l’intera legislatura, Grasso conferma il suo “obbedisco” al suo utilizzatore finale prima ancora di sapere che ordine deve eseguire.

I tentativi di specificare e qualificare la sostanziale disponibilità incondizionata all’inciucio sono patetici. La specificazione che sarebbe solo un appoggio per un governo “di scopo” è una plateale bugia. Quando mai in Italia si è fatta una legislatura di durata di qualche mese, e che succede nel frattempo? Basta aizzare la stampa di regime (quella che descriveva Roma nel caos trasporti mentre i bambini giocavano con la neve nelle piazze deserte) per riaccendere una delle tante emergenze costantemente presenti nel nostro paese. In questo modo si ha la scusa per aggiungere la “responsabilità” allo scopo iniziale e così allungare i mesi in anni e tirare avanti il paese senza uno straccio di progetto e di strategia su come rallentare il declino ed impostare un reale progetto per il paese.

Inoltre, chi dovrebbe fare la nuova legge elettorale? La maggioranza sarà composta esattamente dalle stesse persone e partiti che hanno appena votato la legge elettorale esistente. Cosa è successo nel frattempo che potrebbe avergli fatto cambiare idea nel giro di poche settimane? Come si fa a citare la disponibilità per la riforma elettorale senza neanche suggerire quale obiettivo si vuole raggiungere? Come il D’Alema della Bicamerale o della caduta di Prodi, il Grasso di ora è solo il tappo della pentola degli scontenti di sinistra troppo deboli per far rinascere il partito dei lavoratori morto con Berlinguer.

Non è vero che tutti partiti sono uguali, e molte persone genuinamente oneste hanno aderito a LeU sperando in un cambiamento positivo che salvi il meglio del sistema esistente. Il vero problema è che l’intera classe politica agisce seguendo meccanismi che rendono impossibile avere governi che godano contemporaneamente di tutte e tre le proprietà necessarie per un governo efficace: competenza, onestà e con un ampio consenso popolare. Per questo serve un governo guidato non da un partito, ma da una forza politica esterna alla politica stessa ed espressione diretta dei cittadini che sia basato sull’onestà imposta dalle sue regole interne, sulla competenza di esperti esterni alla politica e che goda del consenso popolare.

Il M5S non è e non sarà mai un partito come gli altri. La regola dei due mandati impedisce il formarsi di una casta di professionisti della politica ed attrae competenze dalla società civile. La sua democrazia interna, con tutti i suoi limiti, permette di intervenire rapidamente per eliminare i pochissimi che antepongono l’interesse personale al bene comune. Il radicamento sul territorio garantisce un consenso popolare superiore ad ogni altra forza politica. Qualsiasi legge elettorale disegnata per limitare la rappresentanza al governo dei 5 Stelle prima o poi dovrà cedere alla legge dei numeri.

Nel Lazio così come in Parlamento il Movimento 5 Stelle porterà una rivoluzione spazzando via una classe di politici nata e cresciuta solo per occupare poltrone da cui trarre vantaggi personali e per le quali non hanno altra competenza che difendersi dagli amici-nemici degli altri partiti (o negli stessi partiti, poco cambia). Queste elezioni sono l’occasione giusta per iniziare la rivoluzione.

 

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